
Famiglia Fagaceae
Quercus suber L.
Sughera

Sono il Quercus suber, così chiamato perché, già ai tempi di Virgilio e Columella, il termine suber indicava proprio ciò che noi oggi conosciamo come sughero.
Gli antichi popoli mi hanno spesse volte celebrato attraverso miti e leggende: i greci, per esempio, mi consideravano come l’albero della sovranità celeste e terrestre.
Appartengo al genere Quercus, che conta centinaia di specie di alberi e arbusti. Sono un albero sempreverde, mi distinguo per l’elegante portamento, espandendomi con grossi rami nodosi. Posso crescere fino a venti metri di altezza e invecchio molto lentamente: si dice che avrei la possibilità di vivere anche più di due o tre secoli. Produco minuscoli fiori maschili e femminili, separati ma portati sulla stessa pianta.
I miei frutti sono ghiande lunghe fino a tre centimetri e mezzo. Hanno una cupola davvero curiosa: vicino al peduncolo le sue squame sono brevi e compatte, mentre verso la metà del frutto sono allungate e divergenti. Il risultato è qualcosa di simile a una piccola parrucca un po’ spettinata.
Il mio segno particolare è senza dubbio la corteccia: questo vi renderà curiosi, cari passanti.
Anche le altre piante producono sughero per proteggere la parte interna del tronco e dei rami. Nella maggior parte dei casi, però, il suo strato è sottile e si sfalda facilmente. Io, invece, lascio che cresca indisturbato e non cada, raggiungendo uno spessore di parecchi centimetri. Così mi protegge in modo davvero speciale dalle avversità dell’ambiente. Gli umani si sono accorti, tanto tempo fa, di quanto il mio sughero potesse essere utile nella loro quotidianità. Hanno dunque imparato a prelevarne un po’ (con delicatezza e almeno ogni dieci anni) per fabbricare tappi e manufatti isolanti.
Il miglior sughero potete trovarlo nei luoghi che affacciano sul Mediterraneo occidentale: Marocco, Tunisia, penisola Iberica, Sardegna. Lì, i miei amici crescono molto più rigogliosi, per via del clima favorevole.
Anche se l’habitat lacustre non è il più adatto a me, devo ammettere di essermi ormai affezionato alla città. Vivo in questo parco già da molti anni, grazie al cavalier Giuseppe Branca, il quale, dopo aver acquistato la villa nel 1880, decise di ampliarne il giardino all’inglese, adornandolo con piante di ogni varietà.
Etimologia del mio nome
[Quercus] da quercus, nome latino della quercia, pianta sacra a Giove
[suber] per la corteccia di consistenza suberosa o la presenza di creste suberose.
Quercus suber a Verbania:
- Q. suber L. a Biganzolo, a Villa San Remigio, a Villa Giulia
Altre Quercus a Verbania:
- Q. coccinea Münchh., a Pallanza all’ingresso di villa Taranto
- Q. coccifera L. Parco Robinson, Intra
- Q. ilex L.(leccio) posteggio via Marsara e viale Franzosini dove ogni pianta è dedicata a un caduto della Grande Guerra, piazza Fabbri, Villa Giulia
- Q. petraea (Matt.) Liebl. a Pallanza all’interno del parco di Villa Olimpia
- Q. robur L: Villa Giulia
- Q. palustris Münchh. villa San Remigio