Le bizzarrie delle piante succulente

Aztekium ritteri

Le cosiddette piante grasse costituiscono un gruppo di vegetali capaci di   sorprendere per il loro straordinario aspetto multiforme già nella loro normalità, cioè quando esprimono i tratti morfologici tipici di ciascuna specie. Anche all’interno di un medesimo genere a volte si contano entità assai differenti fra di loro, come nel caso esemplare del genere Euphorbia che comprende circa 2000 specie, molte delle quali succulente, ma non solo, e con forme di crescita varie per potersi adattare ad ambienti con condizioni climatiche particolari. All’interno delle succulente, così chiamate per la capacità di accumulare nei loro tessuti  l’acqua che funge da preziosa riserva per sopravvivere durante i periodi siccitosi, le Cactacee sono un’altra vastissima famiglia con oltre 2000 specie appartenenti a vari generi , distribuiti in habitat estremamente diversi che si situano dal Nord America fino all’estremo Sud del continente americano. Per poter vivere in ambienti difficili queste piante mettono in atto una serie di strategie, quali forme adatte, spine e peli, diverso metabolismo.  

Come se la grande variabilità naturale non bastasse, fra le piante grasse si riscontrano anche diversi tipi di anomalie che alterano le loro caratteristiche morfologiche e fisiologiche. Queste alterazioni sono l’oggetto di interesse della teratologia, cioè dello studio scientifico dei “mostri vegetali”, dal termine greco “teras” che significa appunto mostro.  Il fenomeno teratologico, a differenza degli adattamenti evolutivi per facilitare la sopravvivenza in un ambiente ostile, si manifesta quando la natura “perde un colpo”, quando qualcosa va storto nel normale programma biologico, con forti cambiamenti per la pianta come la perdita di alcune sue parti (fiori, spine, coste), comparsa di fiori poco o per nulla funzionali, di deformazioni e proliferazioni. La mostra Cactus Folies edizione 2016 ha come suo tema centrale le stranezze di queste piante aberranti che sono di interesse sia per il coltivatore, dato il particolare valore economico di certi pezzi unici, sia per il collezionista che non è ancora soddisfatto della pur grande varietà offerta dalle piante normali.

Fra le piante succulente dunque si riscontrano differenti tipi di fenomeni anomali. Uno ben noto e molto apprezzato è la variegatura per la quale le foglie appaiono verdi e bianche o multicolori per l’assenza di clorofilla in alcuni tessuti che si manifesta con bande, striature, macchie e punti che hanno grande interesse sotto il profilo commerciale. A parte il caso della variegatura naturale, ci sono differenti cause per la comparsa di variegatura, come clorosi, virosi, geni instabili e mutazioni somatiche. Le variegature dell’Agave americana e di Sansevieria trifasciata rientrano di fatto in un fenomeno chiamato chimera, dal nome del mostro della mitologia greca Chimera, un po’ leone, un po’ capra e con la coda di drago, cioè con caratteri somatici misti. La variegatura chimerica, causata da una mutazione nel meristema, comporta la presenza nella pianta di due o più linee cellulari diverse formanti tessuti geneticamente differenti che non si mescolano e danno luogo a colorazioni diverse.  Ci sono anche altri tipi di chimere che riguardano il numero cromosomico o la forma delle foglie o i fiori. Le chimere si possono pure “fabbricare” grazie alla tecnica dell’innesto.

Un secondo importante fenomeno teratologico è la fasciazione che comporta la trasformazione di un fusto  dalla forma cilindrica a quella a cuneo, ventaglio o cresta. Con la fasciazione il fusto inizia ad allargarsi invece che ad allungarsi, si perde così la simmetria radiale a favore di quella bilaterale per cui le creste si estendono su un unico piano. Il fenomeno risulta particolarmente vistoso e interessante quando le creste diventano enormi o quando, per mancanza di spazio, si formano delle convoluzioni che ricordano la forma di un cervello.  Le creste più sorprendenti, per le dimensioni che raggiungono, sono certo quelle che si verificano in natura in Arizona su alcuni esemplari di saguaro (Carnegiea gigantea). La fasciazione può interessare oltre che il fusto anche le foglie, le radici o i fiori e viene scatenata da fattori genetici e ambientali: il DNA della pianta prevede la possibilità di attuare la fasciazione ma occorre uno stimolo esterno perché ciò avvenga, come radioattività, intemperie, sostanze chimiche, lesioni, nutrizione eccessiva o troppo scarsa. I due fenomeni di variegatura e fasciazione possono coesistere nella medesima pianta. 

Il confine fra la fasciazione e la mostruosità spesso non è ben definito. Tuttavia le piante mostruose rispetto alle crestate hanno una maggiore perdita di simmetria e un tipo di crescita casuale in tante direzioni essendo prive di un singolo apice dominante che ordini la crescita.  Le teratofite manifestano vari tipi di aberrazioni, quali la proliferazione in cui appunto ogni meristema non più controllato dai regolatori di crescita si sviluppa originando forme “a cavolfiore” per colpa di un agente patogeno (micoplasmi) che la pianta cercherebbe di estromettere. Altre mostruosità sono la torsione per la quale, ad esempio, le coste diritte si avvolgono invece a spirale; l’assenza parziale o totale di spine (mutazione recessiva); le follie fogliari con margini fogliari crespati o con formazione di escrescenze e verruche sul lembo delle foglie (ad es. Echeveria gibbiflora ‘Carunculata’) o con foglie che si fondono formando una specie di anfora (es. Crassula ovata ‘Gollum’). O, ancora, si possono formare fiori doppi, in cui gli stami sono sostituiti da organi simili a petali, o fiori con petali che non si espandono. I “mostri vegetali” possono essere causati anche dall’ibridizzazione che, unendo genotipi parentali diversi, produce uno squilibrio con crescita disordinata e forme intermedie rispetto ai genitori. 

Le mostruosità sono il risultato di mutazioni che per la maggior parte sono regressive, cioè causano l’arresto del normale sviluppo comportando la deformazione o non funzionalità di organi importanti. I fattori ambientali, come ferite, nutrizione, shock, possono causare la comparsa di mostruosità, ma  occorre sempre che ci sia nella pianta la capacità latente (base genetica) di modificarsi. Studi recenti hanno trovato, con esperimenti di laboratorio, che la mutazione avverrebbe per un processo di interscambio di materiale genetico tra i cromosomi delle cellule somatiche dando origine a forme vegetali aberranti (processo detto variazione somaclonale), che si possono indurre anche con agenti chimici. Ciò spiega in parte l’origine delle mostruosità , ma molto ancora resta da scoprire.  

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