
Famiglia Platanaceae
Platanus orientalis L.

Lasciate che mi presenti a voi, cari passanti! Sono il Platanus orientalis e, come s’intende dal mio nome, sono arrivato sin qui dall’oriente con la mia ampia chioma. Dall’Asia Minore, per la precisione. Poi nel tempo, i popoli, emigrando in altre terre, mi hanno portato con loro. Si sa, quando si viaggia, quando ci si sposta, è sempre piacevole portare con sé un pezzo di casa. Ho avuto la fortuna di abitare in molti luoghi: la Magna Grecia, la Spagna, la Gallia. Non ci crederete ma lì, in Gallia, bisognava persino pagare per godere della mia ombra!
Su un tipo così, direte voi, non possono che nascere delle storie, delle leggende.
Si dice appunto che, noi platani, nell’Antica Grecia eravamo soliti frequentare i luoghi d’arte e di cultura. Facevamo una vita da intellettuali insomma. Nei Giardini di Epicuro, così come nel Liceo in cui insegnava Aristotele, menti brillanti e artisti geniali trovavano riparo all’ombra della nostra chioma. Anche il dio Genio veniva incoronato con le mie fronde. Una bella responsabilità!
A Roma invece, eravamo serviti e riveriti come dei re. I signori delle grandi domus, quando organizzavano i loro sfarzosi banchetti, ci davano da bere il vino che si è soliti offrire all’ospite favorito, convinti di migliorare la nostra vegetazione. Lascio a voi immaginare come andava a finire.
Nonostante questi racconti bizzarri sui miei antenati, apparentemente sono un albero, direi, sobrio. Niente fiori sgargianti, niente profumo intenso, niente frutti succulenti. Ho solo dei piccoli fiorellini rossi e gialli, e i miei frutti sono acheni fulvo-rossicci. Però, a modo mio, all’apparenza ci tengo. I miei parrucchieri, quando è periodo di potatura, mi acconciano, secondo un’antica tecnica, “a testa di salice” per farmi crescere più rami e più foglie. Ogni anno la mia corteccia bianco-verde si rinnova squamandosi, per sembrare sempre giovane. Il mio tronco però, con l’avanzare degli anni diventa sempre più massiccio, mostrando i segni del tempo che scorre.
Io e i miei amici qui in via Sonzogno siamo tra i platani più vecchi di Verbania. Una volta, facevamo parte del parco della Villa Colombari, oggi sede della Circoscrizione di Intra. I platani sono un po’ diffusi ovunque in città. Alcuni esemplari, coetanei a quelli di Via Sonzogno, dimorano da quasi 170 anni proprio di fronte all’ingresso dell’elegante Villa Taranto. Il proprietario dell’allora ristorante Castagnola li piantò per ombreggiare i suoi clienti durante i pranzi all’aperto. Qui la nostra ombra era inclusa nel prezzo, non la facevano mica pagare come in Gallia!
Proprio di fronte al vecchio porto di Intra, altri esemplari ultracentenari fanno bella mostra di sé, così come lungo la passeggiata a lago che unisce Suna a Pallanza, questa allea di platani è stata impiantata nel 1854 e rinnovata nel 1910 dopo la costruzione della tramvia.
Etimologia del mio nome
[Platanus] dal greco πλάτανος plátanos platano orientale, derivato da πλατύς platýs ampio, largo, per l’ampia chioma o per le grandi foglie
[orientalis] da sol orientis il sole levante e quindi il levante stesso: del levante, orientale, indicazione dell’area di distribuzione
Dove ci troviamo a Verbania
- -Intra, Via Sonzogno
- -Intra, Piazza Mercato
- -Intra, Biganzolo, Piazza Pastura
- -Intra, Lungolago, Corso Goffredo Mameli
- -Pallanza, Viale Azari, zona Madonna di Campagna
- -Pallanza, Via Vittorio Veneto, presso Villa Taranto
- -Suna, Lungolago, Via P. Troubetzkoy, davanti a palazzo Cioja
- -Pallanza, Villa Majoni